Rifiutopoli, due condanne per il bioessiccatore mai fatto

TERAMO – L’ex amministratore delegato della Teramo Ambiente e presidente della Team Tech Giovanni Faggiano, e Luca Franceschini, consulente della ditta Proger, sono stati condannati dal tribunale di Teramo a un anno di reclusione, pena sospesa, rispettivamente per abuso d’ufficio e turbata libertà degli incanti. La condanna si riferisce alla cosiddetta inchiesta sulla Rifiutopoli abruzzese aperta nel 2010 dalla procura di Pescara e che portò agli arresti domiciliari l’allora assessore regionale del Pdl, Lanfranco Venturoni. Quello che si è concluso oggi dinanzi al collegio presieduto da Giovanni Sipnosa è lo stralcio teramano sull’ipotesi, come sostenuto dagi inquirenti, di un tentativo di rafforzamento della presenza del Gruppo Di Zio nella gestione dei rifiuti, con la realizzazione a Teramo di un bioessiccatore: nell’inchiesta fu coinvolta la Teamt Tech- società pubblico-privata costituita per il 60% dalla Team e per il 40% dalla Deco spa -, attraverso la quale la Teamo ambiente avrebbe dovuto realizzare il bioessiccatore. Gli inquirenti hanno sempre sostenuto l’illegittimità della costituzione della Team Tec così come dell’affidamento alla Deco della realizzazione dell’impianto, senza il passaggio attraverso una gara d’appalto e che il consulente della Proger fu convinto a modificare l’offerta della sua ditta, affinchè diventasse migliore quella del Gruppo Di Zio. Nel processo sono stati coinvolti anche gli ex componenti del collegio sindacale, Paolo Bellamio, Sergio Saccomandi e Ottavio Panzone, per la posizione dei quali (accusati di abuso d’ufficio) oggi il tribunale ha rimesso gli atti alla procura per la riformulazione del capo d’imputazione. Il pubblico ministero Stefano Giovagnoni aveva chiesto una condanna a due anni per il consulente Proger e a 14 mesi per tuttl gil altri imputati.